Kozminski.
Un nome difficile come un sospetto, come un tackle disperato sull’asfalto di una strada impossibile. Sono di Milano, anche se le cinque carte d’identità coprono l’intero stivale. E tutto quello che finisce nella loro musica in definitiva non è altro che il tentativo di restituire la poesia che si respira negli appartamenti affacciati sulle circonvallazioni, gli abissi che si scorgono negli spartitraffico affollati di rifiuti, ma anche la mirabolante vertigine del mondo che si compone appena dietro i nostri occhi.
L’immagine è più o meno questa: un cantautore sonnambulo che vaga per le vie della città all’interno di una vestaglia piovra multicolore cantando canzoni suggeritegli direttamente dalle radici degli alberi che spaccano i marciapiedi e scombinano i lastroni del pavè.
Attivi già dal 2007 con l’EP “Bausan”, è con il successivo album “Kozminski”del 2009 che hanno gettato le basi per il percorso che è culminato nell’incontro con Amerigo Verardi – musicista e produttore che ha collaborato con nomi come Afterhours, Baustelle, Federico Fiumani e Virginiana Miller – e che ha messo a disposizione la sua multiforme esperienza per produrre la loro terza fatica in studio, “Il Primo Giorno Sulla Terra”.
“Il Primo Giorno Sulla Terra” è stato registrato da Giuliano Dottori (cantautore e chitarrista degli Amor Fou) e Andrea Mottadelli al Jacuzi Studio di Milano, mixato a Brindisi da Paolo Montinaro, con la collaborazione di Amerigo Verardi, e infine masterizzato da Maurizio Giannotti al New Mastering di Milano.
“Da un qualche fondo, attraverso il fumo polveroso, si intravvedevano lingue di fiamme e colate incandescenti; e intorno a queste le presenze umane non parevano reali, ma effetti di vaneggiamento notturno. Di qua dentro, il mondo esterno, da dove ogni tanto pervenivano echi semisepolti (voci, scampanellii di tram), diventava una regione inverosimile, come una Tule estrema di là da un rotta transpolare”. Non è un commento al nostro disco ma ci diamo da fare perché lo possa diventare.